Frammenti

MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE
ORE 11

Mercoledì offriamo frammenti di pensieri, di letteratura, di poesia, di filosofia e altro ad ogni passante.
Frammenti come le sedi del sapere oggi in Italia: divise e spezzate tra categorie meritevoli e altre escluse.

Noi siamo quelli lasciati fuori dalle aule, dalle mense, dai laboratori e dalla vita sociale, ma ci adatteremo alle piazze e porteremo la cultura per le strade.

“Studenti Contro il Green Pass” – unipd

Di seguito il testo dei vari interventi che si sono succeduti

Sono prima di tutto una mamma, ma sono anche un medico, sono docente coscienziosa e appassionata e sono un cittadina rispettosa ed educata.Questo è un appello, è il mio modesto appello di mamma, medico, docente e cittadino, un appello a chiunque veda quello che vedo io, a chiunque abbia anche un solo dubbio, a chiunque abbia ancora la forza di porsi almeno una sola domanda.
Ve ne siete accorti anche voi? Vi siete accorti di cosa vi succede intorno? Vi siete accorti che non si parla di altro che di future possibili restrizioni, che non si riesce più ad avere relazioni sociali normali? Vi siete accorti che i bambini non sorridono più? Se ne vanno in giro con l’aria spaesata, li vedo per strada e nei parchi, incrocio i loro sguardi spersi e confusi, e mi fa male il cuore…..anche loro sono diventati incapaci di relazioni sociali normali, incapaci di vivere la serenità della loro infanzia, una infanzia rubata e violentata in nome di cosa? 
Per favore, uscite, cercate gli altri, parlate con gli altri e fate circolare le vostre idee e i vostri pensieri. E se ve lo impediscono? Fatelo lo stesso, loro non lo sanno che l’arte è nella natura che ci circonda non solo nei musei che ci impediscono di visitare, loro non lo sanno che il sapere è nelle parole di chi sappiamo ascoltare e non solo sui libri delle biblioteche nelle quali non possiamo entrare, loro non lo sanno che per fare scuola non abbiamo bisogno delle loro aule perché si fa scuola anche in un parco, loro non lo sanno che per trasmettere il sapere non abbiamo bisogno dei loro Atenei ormai assoggettati al pensiero unico. Uscite e ricostruite il mondo insieme al vostro vicino di casa, insieme all’amico di sempre, insieme ai vostri studenti, insieme ai meravigliosi ragazzi dei licei, insieme agli eccezionali studenti universitari, giovani adulti che chiedono un futuro di libertà, socializzazione e cultura, insieme ai vostri bambini, che non capiscono fino in fondo cosa sta succedendo, ma che un domani ci giudicheranno e, credetemi, non saranno clementi per niente! 
Da mamma vi chiedo di guardare i vostri figli e di chiedervi che tipo di futuro gli stiamo lasciando, che genere di società stiamo costruendo per loro….una società di persone isolate, controllate, schedate, libere solo all’ombra di incredibili restrizioni personali. E’ questo il futuro che volete per loro?
Da docente chiedo ai colleghi, agli accademici tutti, di usare ciò che siamo e ciò che abbiamo imparato per farci delle domande e cercare insieme delle risposte. La scuola e l’università sono la sede del libero pensiero, la sede in cui l’intelletto umano dovrebbe raggiungere la sua più alta espressione, non lasciamo che diventi in luogo ad accesso limitato, non lasciamo che ce lo rubino. La scuola e l’università siamo noi e i nostri studenti, non possiamo farcela rubare, non possiamo farcela portare via.
Da docente chiedo ai miei studenti di non mollare. Sono al vostro fianco e non vi lascerò soli, non vi abbandonerò e sarò insieme a voi nel costruire il futuro che vogliamo, che ardentemente desideriamo e che voi meritate.
Da medico chiedo ai colleghi di ricominciare a studiare, di riprendere in mano i libri, di analizzare articoli scientifici e pubblicazioni. Chiedo ai colleghi di riappropriarsi della curiosità scientifica che è il fuoco sacro della nostra conoscenza. Chiedo ai colleghi di andare a fondo, di cercare le risposte che ci servono per capire la realtà, di andare alle fonti delle notizie, di riappropriarsi della letteratura scientifica e di leggerla con mente aperta e oggettiva.
Da cittadina chiedo a tutti voi, per l’amor del cielo e dei vostri bambini, usate il buon senso, usate la testa, il cuore e l’amor proprio e riaccendete il pensiero, recuperate i rapporti con gli altri e confrontatevi, fatevi domande e liberate il pensiero.
Per l’amor del cielo e dei vostri figli usate il buon senso, questo è il mio ultimo estremo e disperato appello….per l’amor del cielo e dei vostri figli!

                                                            Docente universitario Ateneo di Padova

La nostra università è stata fondata nel 1222 e l’anno prossimo compirà 800 anni. Durante questi secoli si è contraddistinta per la difesa della libertà di opinione e di pensiero. È stato un centro di resistenza negli anni più bui della storia italiana, inoltre, si è contraddistinta per l’invito del  Rettore a lottare contro il Fascismo. 
Noi oggi, siamo qua davanti al palazzo del Bo per ricordare all’università di Padova il suo valore
Oggi vi porto un testo che forse è un po’ diverso rispetto agli altri letti in precedenza. Si tratta della celebre Lettera dal carcere di Birmingham scritta nel 1963 da Martin Luther King Jr. La lettera è molto lunga in realtà (circa 10 pagine), ma leggerò solo dei piccoli estratti. Perché proprio questo brano? Perché qui si affronta un tema antichissimo eppure attualissimo, ovvero: come affrontare le regole che ci paiono ingiuste. Obbedire o non obbedire? Il pastore battista, leader del movimento di protesta dei neri americani per i diritti civili, qui spiega le ragioni della sua lotta, che è puramente non violenta, così come quella di qualche anno prima del profeta Mahatma Gandhi. La sua lotta infatti ha poi ispirato Martin Luther King stesso.
Chi vi parla è la studentessa di un tempo appena passato, che ha trascorso alcuni dei suoi anni più belli nelle aule dell’Università di Padova e che ora continua ad esserci, seduta ormai dall’altro lato della cattedra. La studentessa di allora non ci avrebbe creduto, ma da questa nuova prospettiva ha acquistato il privilegio di abbracciare con un solo sguardo gli occhi, i sorrisi, i volti degli studenti di oggi e di riuscire a trasformarli, quasi per incanto, in unità. Quando i nostri occhi si incontrano, i nostri sorrisi si rispondono e le nostre voci si intrecciano nel dialogo, mi accorgo che tra noi sussiste un legame di complementarietà perfetta, come se fossimo le due metà di un simbolo, della tessera spezzata che, nell’antica Grecia, si ricomponeva nella sua integrità al ricongiungersi di due amici, che si ritrovavano dopo un lungo viaggio e in questo modo si riconoscevano reciprocamente, rinnovando un vincolo che poteva durare anche tutta la vita. 
In onore di questo legame, vorrei intraprendere con voi un viaggio, anzi una scalata verso le cime di Alpi e Appennini e una discesa verso i profondi recessi del cuore. Siamo in Toscana; un uomo innamorato percorre con affanno i sentieri tortuosi del monte e, a ogni passo, incontra un sasso, un albero, una nube, una valle da cui affiora, di fronte ai suoi occhi, l’immagine della donna amata. Il conflitto tra realtà e visione diventa sempre più forte e il poeta, alla soglia della follia, trova conforto nel solo pensiero di un sospiro che, attraversando le Alpi, lo faccia sentire riamato. È una storia di ossessioni, di errori e riparazioni, di cadute e improvvise riprese. È la storia di un’anima che, cercando sé stessa, attraversa le valli del dubbio e, in questa lacerazione, scopre la forza della libera volontà, in grado di determinare la rovina o la salvezza dell’uomo. L’amore è la forza che pone il soggetto al centro del mondo e lo immerge in una mistura fatidica di desiderio e sogno, di realtà e investigazione, che ci riporta alla sostanza più vera del nostro essere umani.
Francesco Petrarca, canzone 129, Di pensier in pensier, di monte in monte.

Il servizio su Telenordest, che è stato confezionato in modo da sminuire la portata della manifestazione.

Un estratto del servizio di Byoblu

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