Sbatti il mostro in prima pagina

Riceviamo e pubblichiamo la storia dello studente universitario che un paio di settimane fa e’ stato protagonista di una vicenda legata al green pass: Non gli è stato permesso di svolgere l’esame in presenza perche’ sprovvisto, nonostante la costituzioni italiana, all’articolo 34, citi testualmente: “La scuola è aperta a tutti” e il motto dell’universita’ di Padova reciti: “Universa Universis Patavina Libertas”: tutta intera, per tutti, la libertà nell’Università di Padova.

Sono uno studente dell’università di Padova.
Mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza universitaria durante la sessione autunnale di questo agosto e settembre.
Il 2 settembre mi sono recato in un’aula apposita per sostenere un’esame.
Ero perfettamente conscio del fatto che l’università avesse comunicato l’obbligo di possesso di certificazione verde per sostenere qualsiasi esame, oltre per l’accesso a biblioteche e aule studio.
Non sapevo effettivamente come comportarmi, e durante l’appello, al di fuori dell’edificio ho chiesto al professore di effettuare l’esame ugualmente, palesando il mio non possesso della tessera. Questo mi è stato negato, poiché per lui si sarebbe creato un precedente, e altri studenti così avrebbero potuto appellarsi al mio caso per poter effettuare il proprio esame. Sono tornato a casa deluso e attonito.
Tornato due settimane dopo al secondo appello, all’entrata ho manifestato la mia volontà nel non esibire la tessera discriminatoria, e la violazione della privacy effettuata dall’addetta c.i.v.i.s. all’entrata, che mi ha comunicato che avrebbe chiamato i carabinieri.
Mi sono recato quindi in aula a ripassare, e dopo mezz’ora sono arrivati cinque carabinieri, con cui sono andato a parlare, uscendo dall’aula. Le forze dell’ordine mi hanno chiesto cosa fosse successo, ho esibito carta d’identità e tessera dell’università all’addetto c.i.v.i.s. per dimostrare fossi uno studente universitario. Ho comunicato loro il mio diritto allo studio, senza alcuna discriminazione in base a scelte personali e private. Essi hanno affermato che il decreto legge che impone l’obbligo di possesso di certificazione verde doveva essere rispettato. Ho affermato che un decreto legge è subordinato rispetto a quanto affermato nella Costituzione.
Espresso il mio volere a tornare in aula a prendere alcuni oggetti personali, mi è stato negato l’accesso alla stessa, e solo su reiterata insistenza un carabiniere è andato a prendere ciò che chiedevo.
Ho affermato che il professore non può rifiutarsi di eseguire un esame, e che avrei aspettato il suo arrivo.
Siamo stati in corridoio per una mezz’ora, durante la quale mi sono state fatte domande personali da parte di quattro delle cinque forze dell’ordine, anche sul perché non volessi esibire/entrare i possesso della tessera verde, e poco invece del diritto allo studio affermato e tutelato dalla Costituzione.
Arrivato il professore ho affermato la mia volontà (già esplicita dal fatto che fossi iscritto all’appello d’esame) e diritto a sostenere l’esame indipendentemente da scelte personali.
Negandomi ciò, ho comunicato ai carabinieri che avrei dovuto denunciare per interruzione di pubblico servizio il professore, violazione della privacy l’addetto c.i.v.i.s., violenza privata i carabinieri che non mi hanno fatto accedere ai miei oggetti personali. Non sono stato preso sul serio, e su mia insistente richiesta di mettere a verbale e far risolvere la questione a chi di dovere sono stato ignorato.
Così, comprese reciprocamente le posizioni e le intenzioni delle tre parti, ritenendo inutile restare all’interno dell’edificio universitario mi sono recato all’esterno.
Non è stata una dimostrazione o protesta simbolica contro la tessera verde, rappresento uno studente universitario che si reca normalmente in sede d’esame per sostenerlo, senza il compromesso di esibire od entrare in possesso della cert.verde, completamente ascientifica, illogica e discriminatoria verso chi compie una scelta legittima sulla propria persona.
Sono stato calmo, deciso e sereno, non ho mai alzato la voce, ho tenuto un colloquio pacifico e non rabbioso.
6 giorni dopo è arrivato il verbale nel paese in cui abito, che sono andato a ritirare, contenente una multa di 280,00€ se pagata i primi 5gg; 400,00€ dopo i 5gg.
Sto facendo ricorso.

Ringraziamo e offriamo questo spazio allo studente per integrare o commentare il prosieguo della vicenda, anche alla luce di come è stata riportata dai quotidiani locali, ad esempio il mattino (https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2021/09/18/news/padova-va-all-esame-senza-il-green-pass-e-scatena-il-caos-1.40715031)

Abbiamo sottolineato alcune parole che accompagnano il lettore verso un predeterminato giudizio di valore, siamo al limite della faziosita’.

Riportiamo un estratto del film “Sbatti il mostro in prima pagina” (https://it.wikipedia.org/wiki/Sbatti_il_mostro_in_prima_pagina) cercando di sensibilizzare il lettore di come “gli stretti legami fra stampa, politica e forze dell’ordine, raccontando come un importante giornale possa manipolare l’informazione pubblica e lo svolgersi delle stesse vicende

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *